martedì 27 agosto 2013

Le (pre)Alpi Orobie e la Grignetta (Parco delle Grigne)

Dati
Data: domenica 25 agosto 2013
Regione e provincia: Lombardia
Località di partenza: Piani Resinelli
Località di arrivo: Piani Resinelli
Tempo di percorrenza: 3h+2h
Grado di difficoltà: EE
Segnaletica: Presente, quasi non necessaria
Quota massima: 2184 - Biv. B. Ferrario
Accesso stradale: Piani Resinelli





Descrizione



Raggiungiamo in auto e di buon ora Piani Resinelli, provenendo da Ballabio. 

Parcheggiamo l'auto e ci incamminiamo su strada asfaltata per raggiungere il Rifugio Porta vicino al quale inizia il sentiero numero 7 che porta

in vetta. Questo sentiero è considerato semplice/classico e a me va benissimo dato che non conosco questa montagna e il nostro amico a quattro zampe potrebbe trovare difficoltà in percorsi più tecnici. 

Sul percorso c'è poco da dire: è molto battuto e quindi ben tracciato. Per lo più è fatto di sassi scomposti quindi è meglio usare scarponcini alti che avvolgano e proteggano la caviglia. 


È fondamentale tener presente anche che i sassi smossi cadono: soprattutto nei tratti più verticali fare sempre attenzione a non diventare pericolo per chi è più a valle. Mantenere una distanza di sicurezza ed eventualmente "chiamare" eventuale sassaiola in caduta è un obbligo. Se il caschetto è opzionabile, la prudenza no. E se capita di smuovere un masso va prontamente "chiamato", fermato e successivamente messo in sicurezza.


In poco tempo si prende quota e la pendenza diventa ragguardevole, arriva presto anche qualche bel tratto un po' esposto per il transito sul quale è presente una catena. In effetti la cosa mi è utile: gli scarponcini che sto usando sono ramponabili e quindi hanno la suola rigida e mi fanno temere scivoloni. Meglio essere umili e andare sul sicuro.. 



La nostra amica a 4 zampe che tanto mi faceva temere difficoltà si arrampica come una capretta e spesso sparisce dallo sguardo per sbucare dopo un po' di metri di quota e fissarci come per dire «Bhe, allora? Ma quanto ci mettete?»



In breve completiamo la maggior parte dell'ascensione ma a un certo punto veniamo avvolti dalle nuvole e l'umido si fa sentire. Poi comincia anche la pioggia. Ci copriamo con kway giacche varie a seconda delle disponibilità e proseguiamo.

Lungo il sentiero, per fortuna in un momento di attesa, mentre lasciavo passare alcuni trekker che andavano verso valle, vengo bloccato, letteralmente congelato da una bolla di aria terribilmente fredda: anche alcuni che stavan tornando giù di colpo tremano dal freddo, ma come me continuano a tenersi in movimento. Il fenomeno dura poco ma ci fa presagire un po' di cambiamenti drastici nella situazione meteo. 



Procedendo più o meno spediti raggiungiamo la vetta: Il percorso non è stato complicato o difficile e prima dell'ultima catena abbiamo la possibilità di rivedere il sole. Ci liberiamo degli abiti extra e apprezziamo lo spettacolo che si staglia dall'altro lato della montagna. 


Troviamo il sentiero per aggirare il tratto attrezzato. In realtà è la nostra amica "a trazione integrale" che trova il sentiero che le serve e siamo noi a seguirla con la scusa di verificare che non rischi troppo. 

Siamo in vetta!  
Ci sono un po'di persone probabilmente appartenenti a un paio di gruppi: alcuni ci avevano "superato" mentre salivamo, altri probabilmente provengono da un'altro sentiero o forse erano lì da un bel po' 

I corvi (che poi non sono corvi dato che questi hanno il becco giallo/arancione: cosa sono!?) prendono di mira le crocchette della capretta-canina ma non sono abbastanza temerari da avvicinarsi. 
Anche noi consumiamo il pasto frugale e prepariamo un te/infuso caldo per ristorarci. 

In realtà dovremo gustarlo mentre siamo all'interno del bivacco perché in breve cominciano a piovere goccioloni e poi chicchi di grandine. Mentre eravamo presi dalla soddisfazione e dalla focaccia il nuvolone che avevamo incontrato ci avvolge e quasi si ferma. 



Per un po' guardiamo i chicchi rimbalzare sulla rocce che ne hanno viste tante, dall'interno del piccolo "Modulo LEM" (il soprannome del Bivacco Ferrario è meritatissimo) dove scambiamo 4 chiacchiere con due altri trekker che vengono da Monza: uno espertissimo camminatore, l'altro un novizio come me. 

Cessata la grandine e rassicurati dallo spostarsi della nuvola lungo il ramo del lago che porta a lecco ci convinciamo rapidamente a scendere di quota. Parte determinante certamente l'ha il camminatore esperto che ci ha incitati. 

Tutti fuori dal Bivacco Ferrario: in un minuto scarso metto reflex all'asciutto (santa busta dell'immondizia chenonsisámmái!), lo zaino in spalla e il poncho a coprire tutto. 
In pochi istanti ci accorgiamo che con 4 zampe motrici è più facile scendere anche per la parte incatenata e la "palla di pelo" ci precede sempre e continua a fissarci con sguardo indignato. 

La discesa è rapida ma mai avventata! La grandine accumulata e la pioggia hanno reso le rocce scivolose e rischiare di cadere non sembra opportuno a nessuno di noi. 
Perdiamo di vista i due monzesi (si dice così!?) ma li riprendiamo dopo una 20ina di minuti. 
La discesa sarà in loro compagnia per quasi tutto il resto del percorso: ci separiamo solo poco prima dell'ingresso nel bosco. 

Raggiungiamo il parcheggio e l'auto che ci riporterà a casa attraverso un bel temporale. 

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In sintesi un bel giro soprattutto per cominciare a conoscere le Orobie e la Grignetta. Per quanto mi riguarda è stata una occasione per testare gli scarponcini e lo zainetto militare da 20L che stava "prendendo polvere". E per verificare la mia sforma fisica.

 Aspetti positivi
- L'incombente mal tempo (che comunque è arrivato con un anticipo di 4 o 5 ore rispetto alle previsioni  ) ha tenuto lontani i turisti "più turisti". 
- La semplicità del percorso rende (quasi!) impossibile sbagliare, anche i bivi si ricongiungono dopo poco.
- Aver fatto l'escursione con due persone + un cane di cui mi fidavo ha reso serena l'esperienza anche in condizione di rischio (poco cibo + maltempo). 
- Il fornelletto ad alcool autocostruito (seguendo la videoguida di Stefanobi) ci ha permesso di gustare il te rituale in vetta e di scaldarci un po'. 
- Ho dovuto usare l'acciaino per accendere l'alcool perché non trovavo l'accendino. Pensavo di averlo dimenticato a casa: in effetti l'accendino era sul fondo dello zaino (mea culpa!). L'equipaggiamento di backup è sempre meglio averlo e non averne bisogno piuttosto che lasciarlo a casa e averne necessità. 
- La camelbag da 2L è stata perfetta per questo "giro".
- L'amica a 4 zampe si è divertita tantissimo a scorrazzare e saltellare: non ha avuto nessuno dei problemi che avevo ipotizzato anzi è risultata più agile di me ...tornerò ad allenarmi, vá. 

 Aspetti negativi:
L'escursione ha dimostrato che bisogna conoscere l'attrezzatura e la montagna soprattutto in previsione di situazioni particolari: 
- Gli scarponcini che ho usato sono risultati moolto più rigidi di quanto mi aspettassi e ciò ha reso meno sicuro il mio ritmo di dscesa.
- Le bacchette da trekk sarebbero state molto utili per aggiungere sicurezza in fase di discesa su bagnato e suolo sdrucciolevole quale è stato il sentiero.
- Lo zainetto militare era da parte per un motivo e me lo sono ricordato ormai in vetta: non avendo schienale risulta "floscio", aderisce completamente alla schiena e il materiale di cui è fatto aumenta enormemente la mia già pronunciata sudorazione. 

 Propositi:
- Finché non avrò costruito un piccolo bastino in alluminio per irrigidire lo schienale di questo zainetto e creare un passaggio per l'aria, meglio usare un altro zaino. 
- Se ci fosse stato il sole per tutto il tragitto una borraccia di acqua di scorta sarebbe stata necessaria: è da aggiungere al materiale da portare. 
- Ripercorrere il sentiero 7 per verificare il superamento o almeno la riduzione degli aspetti negativi. Poi passare ad altri sentieri e montagne: voglio fare esperienza  


A chi interessa c'è qualche altra foto in questo album 

ciao! 


[ anche su Avventurosamente.it ]