giovedì 1 agosto 2013

[Hiking] Cascate del Dardagna

C'era una volta un gruppo di amici che viveva a Bologna e che pensava ad alta voce a come sarebbe stato bello fare un giro e andare a trovare l'Appennino che se ne sta solo soletto lì vicino.


Di sicuro non mi lascio sfuggire certe occasioni, tàaak!


La mera organizzazione ha previsto un viaggetto bici+treno+bici fin sotto casa degli amici, uno zaino ben fornito per far fronte a tutti gli imprevisti prevedibili, occhiali da sole per la modalità "alieno", oltre che dal sole proteggono anche dalle zanzare: le spaventano! ...e stuoino sintetico perfetto per fare da giaciglio o da tetto nel caso l'Appennino non avesse gradito l'improvvisata.

* Partenza al mattino presto: la sera precedente avevamo fatto tardi, ma così tardi che era quasi presto.
Non ho molti ricordi, solo una raffica di immagini, qualcosa diventa più nitido dopo il cornetto preso al bar della stazione ferroviaria (..di Porretta!? ..annuiscono: ho indovinato!).
Bisognerebbe inventare una unica parola per quando si nomina il bar-della-stazione: è un idea a se di bar, qualcosa di indipendente e magica :)
 ..o forse il cornetto con lo zucchero a velo (che mi si è depositato tutto sulla barba e sulla maglietta scura) era buono, o particolarmente desiderato.

* Salto sul bus.
Un pullman ci porta fino all'inizio del sentiero CAI che avevamo scelto. Però ricordo con nostalgia le vecchiette che abbiamo superato comodamente nauseati dall'ondeggiare montano del 4ruote mentre (loro!) si facevano la passeggiata di diversi km in salita prima di affrontare il (nostro stesso!) sentiero.



* Il giro.
Arrivati belli freschi -dentro e fuori- al santuario, inizio del nostro percorso, estraiamo cartina e bussola con il fare sicuro e rapido di un vero pistolero del trekk. Il percorso è lì, anzi no: lì.
A no, mi sa che era lì.
..si dai, al massimo poi torniamo indietro.
Un brivido freddo attraversa la mia schiena: "..maa, non possiamo chiedere a qualcuno?". Qualcuno ha pronunciato le parole proibite? "No per fortuna era solo vento."
Anche gli uccellini la pensano così e riprendono a fischiettare.
E le fronde a muoversi ;)


* La cascata.
Perché fare il giro lungo se puoi fare quello corto?
Bho, nessuno s'è posto il problema e in men di 50minuti di passeggiata tutta in discesa arriviamo alla cascata.
Fighi noi.
Raggiungiamo quello che si rivela "uno fra i numerosi" salti del fiume, ma comunque il salto più alto. Sempre fighi noi.

* La veggente.
Curioso chiedo delucidazioni alla veggente-dalla-fluente-chioma-bianca ma vestita da trekker con zainetto, calzoncini e bacchette per la camminata nordica che passava di lì.
Ecco rivelato l'arcano: abbiamo fatto il giro al contrario!

Abbiamo seguito il sentiero corto (e facile) che in genere è utilizzato per tornare quando si è stanchi. Ora dobbiamo scegliere se fare il ritorno con costei che sa tutto di noi e che già se la ride per quanto siam pigri, oppure tirar fuori la grinta e farci tuutto il lungofiume tornando per la via lunga.
Per principio la questione non si pone!
La versione ufficiale è che volevamo fare il giro in modo nuovo e seguire i salti minori del fiume fino a chiudere il percorso ad anello.
Secondo brivido freddo che attraversa la mia schiena: "ah, ma quindi fate un giretto un po' così!" E questa volta ho visto pronunciare quelle parole.

* Il giro.
Scatta la competizione: "Ma noo, prima di tornare guardiamo un po in giro. Facciamo il sentiero numero...  -sparo un numero a caso, ma credibile- ..così visitiamo un po' i dintorni!"
Lei replica: "ah, ok, bello allora!"  Penso "ehehe... visto!? fighi, noi!"
Aggiunge "noi invece ci fermiamo ancora po' al fresco della cascata, restiamo qui che giù in valle fa troooppo caldo."
Saluti e convenevoli ...e già penso che se restano lì ormai ci tocca per forza fare il gir'in'giro. E infatti eccoci ad arrampicarci con le scarpette da tennis su per il letto di un torrentello che coincide con il sentiero. Bello eh, pieno di melma e foglie morte effetto ventosa e scivolone. Però bello.
Sisí, propio bello!

* Il Passo della Riva e del Lupo.

Invece di arrivar in vetta che -si capisce dal nome- è bello in alto, facciamo un giro per due selle, due passi, che ci offriranno un bel panorama.
Nel tragitto -complici stanchezza e poco ossigeno- il Passo di Riva diventa istantaneamente di Rita, evanescente fanciulla solitaria vestita con cappottino rosso, in eterna fuga dal Lupo, che invece sta sull'altro passo.

Tuttaltro che solitaria, si scopre che quello di Rita è un passo ben frequentato, crocevia di percorsi per MTB e infestato da mosconi molesti e formiconi giganti.
Check mappa, facciamo il punto e partiamo per cercare il Lupo che viene onorato con una caterva di improperi di audacia proporzionale alla pendenza del sentiero.Persino il cielo si scurisce e gonfia di nuvoloni e comincia a rumoreggiare.
panorama ovest dal passo del lupo
Però ci troviamo tutti concordi: il Lupo s'è scelto proprio un bel posto.
Le foto di rito sfociano nelle idiozie tipiche delle grandi occasioni. Ma questo, per quanto ci riguarda, è fisiologico e ve lo risparmio!

* Il ritorno
Tutto liscio fino alla cascata.
E poi? Poi ci tocca seguire il fiume: ormai l'avevamo detto ad alta voce e la foresta era testimone. A passo svelto e con una certa preoccupazione di non fare in tempo ci avventuriamo per il sentiero previsto. Finché a un certo punto il sentiero finisce. Stop.
Non c'è più.
Le preoccupazioni cominciano a fare rumore dai cervelli degli audaci, ma la rilettura della mappa, il confronto con l'orografia, un sorso d'acqua di circostanza per prender tempo e una piccola rana che attraversa il nostro cammino ci permettono di recuperare la freddezza e con essa il sentiero.
Ok, dai, eccolo, di qui!

* Pappa.
A passo svelto (per noi) ma sempre più lento, dopo le oltre 7ore di camminata facciamo tutto il sentiero di ritorno che ha gli ultimi 300metri in perfetta salita: quelle robe che ti fan dire che "sarebbe stato meglio un colpo secco.."
Nonostante noi stessi ce la facciamo!
Dopo una doverosa ultima pausa. Ovviamente.
Ecco un amicicio che
posa fiero  per NothingElseBiker

E raggiungiamo il ristorante-bar-pub dove ci rifocilliamo con crostata di more e lamponi fatta in casa ed un caffettino per evitare di crollare.

* Il GPS.
Naturalmente il gps non ha tracciato.
I km non erano poi così tanti, ma son bastati per contagiare con l'entusiasmo gli amicici.

Cià :)