domenica 24 agosto 2014

"Ok, da Gravedona poi andiamo a braccio..."

Ci sono giorni in cui si va precisi secondo tabella di marcia e altri in cui bisogna lasciarsi trasportare dalle gambe. Oggi senza troppi complimenti siam partiti per fare un vero gir'in'giro.
Dopo una cospicua "aggiunta" al serbatoio per evitare i rischi della scorsa volta, ci siam diretti a gravedona, dove abbiamo lasciato l'automobile e cominciato un trekk "all'avventura"...





Il panorama e l'apertura degli spazi non hanno bisogno di descrizione.



Tutto procede senza intoppi fino al momento di cominciare col sentiero vero e proprio. 
«E non so te, ma qui non si vede nessun sentiero.»


Torniamo sui nostri passi per un centinaio di metri e cominciamo a camminare "a braccio" nella direzione corretta. Il percorso però non si sa se è quello giusto...

Dopo circa 2 o 3 chilometri scopriamo che il percorso non solo non è corretto ma forse era solo un passaggio di animali: finiamo in una selva di felci, menta selvatica e rovi.
Infine interviene anche una serie di tronchi enormi a sbarrare la strada.

Indietreggiamo per 100 metri e cambiamo direzione: andiamo verso il "cucuzzlo" sfruttando il percorso battuto da qualche misteriosa belva feroce. L'immaginario comincia a dipingere scene degne di un racconto di Poe.

Troviamo il giaciglio della fiera e senza profanarlo continuiamo risalendo la collina senza però trovare un po' di ristoro ne un vero percorso da seguire: definitivamente le mappe digitali utilizzate non sono affidabili in questa zona e decidiamo di interpretare.

Passiamo fra due ruderi di case in pietra costruite chissà quando a ridosso di un torrente: la natura stava riprendendosi tutto, sicuramente s'era già ripresa ogni viottolo mai esistito.

Niente rassegnazione, solo sudore e fastidio, quello dei rovi, che ti assaltano gambe e braccia appena abbassi la guardia.


Saliamo, saliamo, saliamo.
Sposta la felce di qua.
Sposta la felce di là.
Occhio al buco che è qui.
Occhio al buco che è lì.
Eccoci. Lì sembra esserci un'auto parcheggiata ...e se c'è un'auto c'è una strada!  OLÈ!!
...ecco, magari, però,
...bhe, facciamo il giro largo: sicuramente si spaventano se ci vedono uscire dalla fitta boscaglia in stile survival  ...soprattutto se sono due in camporella!



La strada di terra battuta porta verso un fantastico panorama, ma nulla di più. La "speranza" di riprendere il cammino verso la nostra destinazione -si, ma quale? bho!- ormai era perduta.

 - «...che facciamo
 - «discesa, torniamo indietro: oggi ci gira che va leggera...»


Detto fatto: in una 30ina di minuti siam all'auto.
Non ci resta che goderci un buon caffe preparato con l'irrinunciabile fornellino ad alcool seduti su una panchina davanti al panorama "...di quel ramo del lago di Como..."

Abbiam preso una tazza di caffe solubile 'ché la moka...  eh, la moka è una lunga storia -_-' vero Crí!?